1Zucchero, zuccheri, carboidrati…facciamo chiarezza!
3Glucosio e cervello: che rapporto c’è?
4I rischi di un elevato consumo di zuccheri
Cioccolata al latte, biscotti, torte, caramelle, creme e marmellate: che cosa rende le cose dolci tanto irresistibili? La risposta è quasi banale, lo zucchero.
L’attrazione fatale tra l’essere umano e il “sapore dolce” viene da lontanissimo: da alcuni studi sugli spostamenti geografici dell’uomo nella preistoria pare infatti che la scelta degli insediamenti e delle mete da raggiungere, dipendesse in parte anche dalla presenza di frutta, il primo “dolce” della storia del mondo.
Dove c’erano alberi da frutto l’uomo si fermava, anche per molto tempo.
Il motivo di tutto questo, però, non è da attribuire unicamente al sapore: lo zucchero infatti, oltre ad essere buonissimo al palato, viene riconosciuto dai nostri recettori cerebrali come loro fondamentale fonte energetica e questo contribuisce molto ad alimentarne il desiderio.
In effetti, il glucosio è il carburante delle cellule cerebrali, fondamentale per avere sempre un “cervello performante”.
L’assunzione esagerata di zuccheri, tipica della società moderna, ha però risvolti negativi sulla salute, anche molto gravi.
Come fare a controllare l’assunzione di glucosio e non incappare in spiacevoli sorprese?
Vediamo insieme quanti zuccheri sono realmente necessari al nostro organismo e i modi migliori per non esagerare.
Lo zucchero è la sostanza tanto dolce composto da granelli bianchi o ambrati.
Gli zuccheri invece sono i carboidrati che possono essere semplici o complessi.
Quelli semplici sono: il saccarosio, il fruttosio, il glucosio e il lattosio ovvero gli zuccheri naturali presenti nella frutta, nei dolci e nelle bevande zuccherate.
I carboidrati complessi (polisaccaridi) sono invece quelli contenuti nella pasta, nel riso e nelle patate, ovvero l’amido.
Innanzitutto, per riuscire a seguire una dieta equilibrata ed assumere la quantità di zuccheri che realmente serve al nostro cervello, bisogna ricordarsi che gli zuccheri sono contenuti in molti alimenti, alcuni dei quali quasi impensabili:
Vi sono poi cibi nei quali lo zucchero viene utilizzato come addensante e/o come conservante, per esempio: minestroni, sughi pronti, alcuni surgelati, pane in cassetta, insaccati e molti altri.
Proprio per questo sentiamo spesso dire che è meglio limitare l’utilizzo di cibi in scatola e preparati industriali in quanto spesso non si ha la misura di tutto quello che vi è contenuto rispetto alla stessa tipologia di cibo cucinato in casa.
Per riuscire a bilanciare correttamente la nostra alimentazione, quindi, dobbiamo tenere conto di tutto questo, sapendo che, già dopo un piatto di pasta o di una coppa di fragole, abbiamo garantito al nostro organismo il necessario apporto giornaliero di carboidrati.
Migliora la memoria, aumenta la velocità di apprendimento e di ragionamento, stimola la creatività: il glucosio è, in sostanza, il carburante del cervello.
Questa frase, però, nasconde non poche insidie e deve essere letta nel modo corretto.
Infatti, dire che il glucosio è fondamentale per il nostro cervello non significa che l’assunzione di “zucchero” sia necessaria.
Il nostro organismo infatti, sa ottenere glucosio processando i carboidrati (pasta e pane), il fruttosio (frutta), il lattosio (presente nei latticini) ed addirittura le proteine che consumiamo quotidianamente.
L’assunzione di zucchero semplice, quello raffinato o grezzo (di canna) che mettiamo nel caffè e nei dolci, divene quindi completamente inutile ai fini del funzionamento ai massimi livelli della nostra mente.
Un elevato consumo di zuccheri, soprattutto se semplici, è rischioso in quanto può sfociare in disturbi metabolici non di poco conto.
L’assunzione di zuccheri semplici infatti innalza rapidamente i livelli di glicemia nel sangue causando quello che viene definito un “picco glicemico”.
Più il livello glicemico è alto, più il pancreas dovrà produrre insulina per farvi fronte e presto comparirà nuovamente la fame.
In pratica dunque, più alte sono le quantità di zuccheri ingerite, più tali alimenti vengono digeriti in fretta, tanto che l’organismo provoca nuovamente la comparsa del senso di fame.
Questo non solo porta al sovrappeso ma ad un vero e proprio affaticamento del pancreas nella produzione di insulina.
A lungo andare tutto questo può sfociare ad una insulino resistenza o, nei casi peggiori, alla comparsa del diabete e/o di malattie cardio/vascolari.
Non possiamo quindi permetterci di scherzare con i dolci che, per quanto buoni, devono essere ridotti al minimo all’interno delle nostre diete.
Una dieta bilanciata, in caso non vi siano problemi diabetici o di obesità, prevede 5 pasti al giorno: i tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) oltre a due spuntini a metà della mattinata e del pomeriggio.
È solitamente consigliato assumere carboidrati 2 volte al giorno, frutta e verdura 3 volte al giorno e proteine almeno 1 volta.
In un quadro alimentare di questo tipo, al nostro cervello non verrà mai a mancare l’apporto glicemico necessario.
In questi casi quindi mangiare un bel dolce ogni tanto è consentito!
Nonostante non sia indispensabile al buon funzionamento cerebrale infatti, farà sicuramente bene al nostro umore!